la 6ª batteria; raggiunge la Casanova, volge a destra, attraversa i
campi, s’arresta, si dispone: il 7º a destra, in prima linea, col
colonnello Berretta; l’8º a sinistra, in seconda, col colonnello
Gibbone; quello per la Colombara e la Contracania, questo per il
Roccolo e la chiesa di San Martino. S’avanza un drappello di
cavalleggieri di Monferrato, un altro di cavalleggieri di Saluzzo, un
terzo, un quarto. Squilla il segnale dell’assalto; i reggimenti, saldi e
impetuosi, muovono; la cavalleria si slancia di carriera; il nemico
tentenna, gli assalitori incalzano rapidissimi, sorprendono tre
cannoni, son signori delle alture. — Ci siamo! — grida con trasporto
di gioia il generale Arnaldi, e cade. Il generale Mollard, trepidando,
accorre: — Che hai? Sei ferito? — Arnaldi, gravemente colpito al
ginocchio, fa uno sforzo per levarsi, non gli riesce, e due lacrime gli
scendono giù per le gote. — Coraggio! — gli dice con pietà
affettuosa l’amico. — Non piango per me, egli risponde; per te
piango, chè non ti potrò venir compagno nei pericoli, e una
tremenda giornata si prepara: non vedi? — E accenna dalla parte di
Pozzolengo, e Mollard guarda, e vede sterminate schiere di nemici
ondeggiare e luccicare confusamente sulle alture lontane. — Addio,
Arnaldi! — e l’Arnaldi è portato via, e il colonnello Berretta assume il
comando della Brigata Cuneo. Gli Austriaci intanto, respinti non rotti,
si ristringono, risalgono, riprendono con impeto audace le alture. I
battaglioni italiani ritornano all’assalto, l’uno dopo l’altro, infuriando;
due volte, seminata di cadaveri la china, guadagnano l’alto piano;
due volte ne son risospinti. Di più irato coraggio infiammati, fanno
impeto ancora, e prevalgono al fine, e cacciano il nemico dall’alto, e
l’inseguono.
Ma per poco. Di là dove il bravo Arnaldi accennava, l’Austriaco,
grosso e risoluto, s’avanza, allargandosi, e minaccia sui due lati: a
sinistra, l’artiglieria; a destra, la via ferrata. Gl’Italiani
gagliardissimamente resistono: il 3º battaglione del 7º di linea e un
battaglione bersaglieri della 5ª divisione, difendono, con molto
sangue, i cannoni; il maggior Solaro, colpito dei primi, muore; cade
ferito il maggior Borda, cade il maggior Longoni, cadono a dieci a
dieci i soldati; ma invano. Il nemico, troppo più forte, procede;