457. Libro di novelle e di bel parlar gentile (ed. in Firenze, 1572, Nov. 49);
opera divenuta oggi assai rara. — Ecco il passo della novella che parla di
Accursio: «Addomando io (disse Accursio) al comune di Bologna che le
possessioni dei miei figliuoli siano a mia signoria, cioè dei miei scolari, li
quali sono grandi maestri divenuti et hanno molto guadagnato poi che io
mi partii da loro.» — In Bologna gli scolari, secondo lo storico
Ghirardacci, si solevano chiamare comunemente figli del popolo (filios
populi).
458.
Alidosi, Scrittori bolognesi, pag. 308.
459.
Savigny, Hist. du droit. rom., etc., III, pag. 149.
460.
Facciolati, Fasti, P. II, pag. 59.
461.
Alidosi, op. cit.
462.
Colle, St. dell'univ. di Padova, I, pag. 67.
463.
Sardeone , De antiq. Urb. Patav., lib. III.
464.
Baldo fu uno dei cinque sapienti (sapientes) che avevano la vigilanza
sulle scuole di diritto; poi giudice, ambasciatore e incaricato
dell'amministrazione militare. Fu incaricato della riforma degli statuti di
Pavia, vicario generale del vescovo di Todi, e consigliere pontificio
(Savigny, St. del dir. rom., etc., IV, pag. 234. — Vermiglioli , Biografie dei
perugini, «Baldo» pag. 124).
465.
Fabroni , Vita Cosimi Med., II, pag. 69.
466.
Vermiglioli , Scrittori perugini.
467. Fabroni , Vita Laurentii Med., II, pag. 75, 76 e Vita Cosimi, II, pag. 69.
468.
Sarti, P. I, pag. 136.