Tìbeê meäanoséoêìm Vittad. — Tav. CXII. fig. 2.
Ital. Tartufo nero, Trifola nera. Volg. Tartufole, tartrifole (Trentino),
Asteng (Milanese). Franc. Truffe noire. Ted. Gemeine Trüffel,
Schwarze Trüffel.
Ha forma globosa o reniforme, sovente lobata o gibbosa, con
superficie coperta di verruche poligonali, quasi nere a macchie
ferruginose; la sostanza interna è carnosa, da prima bianca, poi
rosseggiante, finalmente brunastra o nero-rossastra, marmorata da
vene bianche, ramificate, tramandante un odore forte, piccante,
abbastanza grato, che aumenta colla maturità e che persiste anche
nel fungo disseccato. Detta sostanza è costituita da ife alle cui
estremità si sviluppano delle teche o aschi di forma otricolare, della
dimensione di 60-75 × 60-63 µ., le quali contengono da 1-4 spore
ellittiche, aculeate, gialle, poi brune, 27-52 × 23-33 µ.
Cresce a famiglie nei boschi di quercia sotto terra a profondità
variabile, e viene scavato dall'autunno alla primavera.
È il Tartufo più frequente nel Trentino e uno dei più prelibati.
Molte sono le specie mangerecce di tartufo e nessuna ve n'ha che
sia veramente comprovata venefica. Sul mercato di Trento ne vidi
portate soltanto cinque, cioè il Tuber aestivum, Tuber brumale,
Tub. mesentericum, Tub. melanosporum e Tub. uncinatum.
Ho dato la figura di una sola specie, ritenendola più che sufficiente
ad offrirci una idea di codesti distinti miceti che giustamente furono
chiamati il diamante della cucina, perchè hanno aroma perfetto,
inimitabile, sapore squisito, riescono di digestione facile ed offrono
una nutrizione più completa che qualunque altro vegetale. La
composizione chimica ci dà nel Tartufo nero: azoto 1.350, carbonio
9.450, grasso 0.560, acqua 72.000. Per coteste loro qualità furono in
pregio già dall'antichità. Gli Ateniesi li stimarono al punto di conferire
il diritto di cittadinanza, onore altissimo, ai figli di Cherippo per avere
costui inventato una nuova maniera di cucinare questi preziosi