che schiaccia, ogni arbusto che stronca, ogni pietra che salta, ogni
torrente con cui rovina, ogni sepolcro che rimbomba sotto
cupamente.... ogni stella che si rispecchia per un attimo nei suoi
enormi occhi, dicono alla mia testa che ruzzola, spaventevoli misteri
di loro essenza, e di lor nascimento, e di loro virtù portentose e
ignote.... e la mia testa, di tutta questa enorme sapienza, s'ingrossa
rovinando, come le valanghe!...
ORIONE,
scoppia in un'enorme risata:
Per Giove tu mi piaci!...
Versandogli da bere:
tutti questi paroloni in fila mi mettono allegria! Seguita!
MATUSIO,
mentre Ireo si bea della vista
del suo Orione rasciugandogli
il sudore e carezzandolo, e
mentre Trochilo non pensa ad
altro che a spolpare il suo
osso, beve la seconda tazza:
Ecco!... se bevo la seconda tazza, la mia valanga precipita sulle case
di quelli che il mondo onora come sapienti, e le atterra.... e cerca i
cenacoli e le scuole dei filosofi dei medici e degli astrologi, e li
schiaccia.... e, attraverso il velo della vertigine, io mi diverto a
vedere dietro di me i colleghi miei, simili a grandi focacce preparate
per infornare!... E rido.... rido.... finchè, alla fine, dopo tanto
rotolare, la mia gran testa arriva nel piano.... e si ferma in mezzo
agli uomini!
ORIONE,
scoppia in un'altra risata: