al minimo il coefficiente del valore umano; era necessario dare il
còmpito massimo della difesa all'acciaio, al cemento, all'intreccio di
fili di ferro che si spande sui pendii come un'immensa tela di ragno,
alle mine: combattenti che non fuggono. Per quanto buone, solide,
disciplinate, agguerrite, abili, le truppe austriache non hanno mai
posizioni troppo forti per il nostro soldato, quando al valore degli
uomini più che all'automatismo delle cose è affidata la lotta.
Ed anche contro la muraglia di cemento, contro i reticolati a
sorpresa, sulle mine, l'assalto italiano si sarebbe egualmente gettato,
furibondo, eroico, se non fosse stato trattenuto. In breve tempo la
linea d'attacco è arrivata fino lì, in un balenìo di baionette.
Un'avanzata che sarebbe potuto costare i sacrifici di una lunga e
lenta progressione, e trasformarsi forse in guerra di scavo, è
avvenuta fulminea, irresistibile. Qualche reparto è così vicino alla
linea blindata che l'artiglieria ha dovuto sospendere il fuoco su quel
punto, e a portata di voce dagli austriaci fortificati i nostri soldati
lavorano a sistemare le trincee avanzate che hanno preso, nelle quali
raccolgono le armi abbandonate dal nemico.
Alcuni fucili austriaci, nuovissimi, portano impressa sulla canna
un'aquila, ma non bicipite. È un'aquila con una sola testa, e posata
sopra una foglia di cactus, le ali aperte, essa tiene fra gli artigli e nel
becco un serpente che si torce avvolgendola nelle sue volute; in giro
all'aquila le parole: «Republica Mexicana». Ancora i fucili di
Massimiliano? No, sono i mausers preparati per il generale Huerta, e
rimasti «per conto», il destinatario essendo partito senza lasciare
indirizzo.
Di tanto in tanto, nel rombare delle cannonate, echeggia un boato
più possente e profondo degli altri, che domina il frastuono come un
colpo di grancassa in un concerto. È il famoso obice austriaco da
305.
Si sapeva all'inizio della guerra che c'erano dei 305. Qualche profugo
li aveva visti passare, trascinati da file di buoi e scortati, pare, da
artiglieri tedeschi. Ma, efficaci nella demolizione di fortezze, i 305
sembravano inutili in una difesa a campo aperto dove il loro colpo,