cognizioni. E chi non ama di frugar nelle reliquie di San Gallo, il vero
monasterio dell'età carolina? Il Mabillon, quel dotto viaggiatore, lo ha
descritto qual era sotto Lodovico il Pio, e ci si veggono, com'ei dice
in quel suo semplice linguaggio, scuole dentro e scuole fuori,
l'ammaestramento pe' monaci, l'educazione per tutti. Le sette arti
liberali eran come il grande albero del sapere. Nell'ore solitarie, colà
sulle rive del lago di Costanza, que' monaci si davano ai lavori di
mano, con l'attitudine di quegli alpigiani, che pensano, considerano e
lavorano ad un tempo in cospetto di Dio. Colà visse, nel nono secolo,
un monaco, di nome Sintrano, il quale, dice la leggenda, fu
eccellente pittore, intagliatore e sonatore d'ogni sorta di strumenti.
Laonde l'intaglio non sarebbe un'invenzione del secolo decimoquinto,
ma sì apparterrebbe ad uno dei più rimoti periodi alemanni, al medio
evo germanico. In grembo pure a quel monastero venne formandosi
l'imaginazione pittoresca e novelliera del monaco di San Gallo, il
cronista che, per ordine di Carlo il Calvo, compose la storia di
Carlomagno. Fra quelle mura molto si perdonava, però che la scienza
purificava la licenza mondana, e la leggenda del figlio di
Chiburgo
[143] mostra che indulgenza si avesse per gli uomini
letterati e scienziati.
Mentre le scuole di Fulda e di San Gallo eran tutte germaniche,
quelle di Magonza e di Metz serbavano, come a dire, un misto di
origine austrasia e neustrasia: Magonza, in riva del Reno, fondazione
di san Bonifazio, d'ond'egli era partito per andar a convertire i
Sassoni, gli Alemanni, i Bavari, ebbe un ragguardevol numero di
maestri e dottori, fra' quali il sapiente Lullo, successore di san
Bonifazio. In quella scuola parlavasi il greco, e parecchi monaci
sapevano anche l'ebraico; e da quel santo monastero nascevano le
scuole di Paderborna, di Metz, di Verdun; Metz famosa
principalmente pe' suoi gramatici, e Verdun pe' suoi copisti. Le quali
scuole alemanne tutte furono eziandio rinomate, pel canto
ecclesiastico, però che a Metz, a Fulda, a San Gallo, applicavan di
proposito alle antifone e agli inni, avendo già fin da quel tempo gli
Alemanni quel loro profondo sentire nell'arte della musica. In mezzo
a quelle solitudini, quando tutto intorno era silenzio, essi amavano di