Introdotti il gonfaloniere, i priori e tutti gli altri, il duca e la duchessa,
che erano seduti sotto a quello che potea dirsi trono reale, si
alzarono, e si mostrarono benigni in atti e in parole: ambedue per
altro avevano sulla faccia un certo non so che di altero e di
soverchiante, che forte dispiacque ai Fiorentini; e quella stessa
mostra di magnificenza, quell'essere attorniati com'erano di armati, e
di tanti nobili cavalieri, teneva sospesi gli animi di molti, che si
misero in apprensione per la libertà del comune. Il duca era assai
giovane: scarso piuttosto della persona, sparuto nel volto e con rada
barba; ma con due occhi così mobili, di così acuto sguardo e
terribile, che davano segno, non solo della mobilità, ma anche di
altra peggior qualità dell'animo suo. La duchessa al contrario era di
persona ben formata, di gentile aspetto, se non quanto aveva del
virile: vicina ai trent'anni, ma pur sempre bellissima, la sua beltà era
rifiorita in modo maraviglioso dalle ricche ed elegantissime vesti.
La magnificenza di quell'addobbo, lo sfoggio di armi, di gioje, di
vestimenti, così dei principi come de' tanti cavalieri che loro stavan
d'attorno, faceva strano contrasto colle semplici vesti de' cittadini
fiorentini, i quali rimasero sopraffatti da tanto splendore e da tanta
magnificenza; per modo che il gonfaloniere durò fatica a spiccicare
poche parole del complimento d'uso, alle quali il duca rispose quello
che sogliono rispondere tutti i novelli signori, fermandosi sulle
bellezze della città, sulla virtù dei cittadini, sulla buona volontà con
cui vengono di rispettare usi e consuetudini, e di spendere vita ed
averi per l'utilità del popolo e per il buono stato e per la libertà del
comune, e ben presto diede loro commiato. Come il gonfaloniere fu
vicino alla porta, gli si fe' presso Gualtieri di Brienne, duca d'Atene, e
sotto voce gli disse:
— Il signore vuol conferire con voi per cose che importano al buono
stato della terra; piacciavi di trattenervi un poco qui in palagio.
A che il gonfaloniere rispose che il farebbe, non senza essere
contristato da funesto presentimento.
Dopo tal cerimonia, altra se ne preparava non tanto solenne, ma
gentilissima se mai ne fu: sei fanciulle fiorentine, tutte de' grandi,