poco allontanarsi. Nessun ricordo le si destò nell'anima. La
testuggine si perse tra i cespi dei timi.
Ma le suore consideravano la imbecillità e la infermità della donna
come una di quelle supreme prove di martirio a cui il Signore chiama
gli eletti per santificarli e glorificarli poi nel paradiso; e circondavano
di venerazione e di cure l'idiota.
Nell'estate del 1881 apparvero i segni della morte prossima.
Consunto e piagato, quel miserabile corpo omai nulla più conservava
di umano. Lente deformazioni avevano viziata la positura delle
membra; tumori grossi come pomi sporgevano sotto un fianco, su
una spalla, dietro la nuca.
La mattina del 10 settembre, verso l'ottava ora, un sussulto della
terra scosse dalle fondamenta Ortona. Molti edifici precipitarono, altri
furono offesi nei tetti e nelle pareti, altri s'inclinarono e
s'abbassarono. E tutta la buona gente di Ortona, con pianti, con
grida, con invocazioni, con gran chiamare di santi e di madonne, uscì
fuori delle porte, e si raunò sul piano di San Rocco, temendo
maggiori pericoli. Le monache, prese dal pànico, infransero la
clausura; irruppero su la via, scarmigliate, cercando salvezza.
Quattro di loro portavano Anna sopra una tavola. E tutte trassero al
piano, verso il popolo incolume.
Come esse giunsero in vista del popolo, unanimi clamori si levarono,
poichè la presenza delle religiose parve propizia. In ogni parte, d'in
torno, giacevano infermi, vecchi impediti, fanciulli in fasce, donne
stupide per la paura. Un bellissimo sole mattutino illustrava le teste
tumultuanti, il mare, i vigneti; e accorrevano dalla spiaggia inferiore i
marinai, cercando le mogli, chiamando i figli per nome, ansanti per
la salita, rochi; e da Caldara cominciavano a venire mandre di pecore
e di bovi con i pastori, branchi di gallinacci con le femmine
guardiane, giumenti; poichè tutti temevano la solitudine, e tutti,
uomini e bestie, nel frangente si accomunavano.
Anna, adagiata sul suolo, sotto un olivo, sentendo prossima la
morte, si rammaricava con un balbettìo fievole, perchè non voleva